Io sono la sorella minore di Alessandro.

valentinasilvi

Ho 36 anni e non ho un figlio con la sindrome di Down, ma sono una delle due sorelle minori di un piccolo grande uomo di 41 anni con sindrome di Down.

Non è facile raccontare questa storia, perchè forse non è facile ammettere quanto è stato complicato capire perchè mio fratello non era come gli altri fratelli maggiori.

La mia storia inizia nel 1977, quando siamo nate io e mia sorella (gemella) dopo una lunga riflessione dei nostri genitori sull’averci o no! e, muniti di coraggio,hanno avuto (ed hanno) talmente tanta forza nel crescerci insieme che forse hanno un pò dimenticato di spiegarci che eravamo una famiglia speciale. Non che ci siano stati particolari problemi di equilibrio tra noi, anzi!è solo che ci è voluto qualche anno per capire qual’era davvero la situazione. Tutti gli altri bambini avevano fratelli e sorelle e noi li guardavamo come fossero una cosa totalmente a noi estranea; se paragonavamo il loro legame al nostro, bhè, notavamo delle differenze! Io e lei siamo cresciute insieme e un pò da sole (mamma e papà dovevano affrontare battaglie per Alessandro che oggi fortunatamente sono state vinte, spero) e da sole abbiamo dovuto capire ed accettare. All’inizio pensavamo avesse la nostra età e così giocavamo alla pari, poi, crescendo, ci chiedevamo l’una con l’altra una spiegazione…conclusione, verso i 6/7 anni, lui per noi era nato all’estero e per questo parlava in modo strano(*-*”).

Ci siamo sentite sole, eravamo gelose di lui, delle attenzioni e del “trattamento di favore” che gli riservavano, anche se Alessandro, a modo suo, ci proteggeva, ma noi non ci capacitavamo di questa prefenza. Nessuno davvero ci ha mai spiegato il significato di Alessandro, e questo ci ha portato ad essere “aggressive” nei confronti di questo legame “diverso”. E’ stato poi il tempo (breve) ed il nostro cuore che ci ha portato a capire….capire quanto fosse speciale, quanto poi ci stesse insegnando (e tutt’ora lo fa)…

Alessandro è molto legato a me, ha sempre dimostrato però per entrambe grande dedizione e protezione, e allo stesso modo per noi, anche se per noi è mio fratello Alessandro punto e non mio fratello Down! Ha saputo sostenermi in momenti della mia vita molto diffcili, senza dover cercare le parole ma solo guardandomi con i suoi occhi che sfogavano tutto il suo dolore per me e, quando vivevamo insieme e dormivano nella stessa stanza, mi teneva per mano durante tutta la notte. Oggi nel mio cuore è un cucciolo che va comunque difeso, ma lasciandolo libero di scegliere come, quando e perchè vivere la propria vita. Non so se in questi casi il ruolo dei genitori nei confronti dei fratelli e delle sorelle come dire, “normodotati” (parola molto in voga ultimamente), sia quello di dover forsannatamente spiegargli che il loro fratello e/o sorella devono essere compresi di più perchè Down, portando magari a vederli come delle vittime e o non come delle persone che hanno bisogno di vedere i loro diritti inviolati come tutti. Questo non lo so, mi spiace! Però sò che ognno di noi può evare delle difficoltà nella vita e in quanto nostri fratelli/sorelle dobbiamo sostenerli ed amarli, perchè sono la nostra famiglia!

Auguri a voi mamme e papà, e auguri a voi fratelli e sorelle perchè, se questa è sventura, è cosa più bella del mondo….avre dei figli e dei fratelli e sorelle nella propria vita.

Valentina Silvi, Zagarolo-Roma 06/12/2013

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